Triturata, polverizzata e masticata dall'inflazione del genere, la commedia demenziale di autori ispirati ma a riposo come Mel Brooks, Ivan Reitman, Harold Ramis e John Landis, si è defilata da tempo. Mentre resistono i surrogati ben sostenuti da iniezioni di demenza per divertire (anche se ne siamo poco convinti) i teenagers abituati male al fast-cinema, capita di rado che qualche regista nostalgico provi a rinverdire i fasti di un repertorio comico che ha avuto illustri protagonisti come Chevy Chase, Steve Martin, Bill Murray e Dan Aykroyd, oggi dimenticati da quello stesso cinema che hanno sostenuto per anni. "Un weekend da bamboccioni" (titolo orribile ma molto adatto all'unico tema del film) diventa così un'operazione nostalgica fuori tempo massimo. Una sorta di "grande freddo" alleggerito con piroette e gag indegne del "Saturday night live" che mette alla berlina con un pizzico di humour nero lo status dei quarantenni con la sindrome di Peter Pan. Cinque amici si ritrovano nella casa sul lago dove molti anni prima festeggiarono la vittoria del campionato studentesco di basket. La circostanza è alquanto drammatica: l'allenatore con il quale condivisero la gloria, benevolo e intransigente, è passato a miglior vita. Raccolti al suo capezzale per la cerimonia funebre i membri della comitiva si accorgono che il passare del tempo ha procurato danni incommensurabili. Il repertorio è assortito: c'è un ricco agente hollywoodiano che si vergogna del suo benessere, un altro in preda a crisi mistiche che ha una relazione con una donna avanti con gli anni, un amico che mette a frutto la sua disoccupazione occupandosi delle faccende domestiche. La rimpatriata darà luogo ad una lunga serie di tragicomiche sventure fantozziane: il tempo è passato per tutti e non ritorna. Al rimbambimento generale va ad aggiungersi il tentativo (pietoso) di offrire sul campo la rivincita alla squadra di basket sconfitta molti anni prima. Tutti insieme in allegria (forse) con belle mogli e figlioletti pestiferi al seguito...
Privo di trama e di attendibilità il film scorre via come un fiume di noia in piena. Troppo stupidi e datati gli sketch per camuffare una confezione a risparmio con un'unica location come soluzione di compromesso. Adam Sandler continua a svalutarsi come il resto della truppa (fra i quali spicca un esilarante Steve Buscemi). Le ninfe che hanno varcato la soglia della maturità spiccano per simpatia. Maria Bello e Salma Hayek, nelle vesti insoliti di allegre commedianti, si sfidano sulla riva a colpi bassi di bikini. Ma restano briciole irrilevanti che non giustificano nemmeno il sacrosanto diritto dello spettatore al disimpegno.
Cinemars, Andria - 6 Ottobre 2010 (Barisera) |