Il prezioso oggetto di contesa è una piccola batteria "universale", grande quanto una stilo, inesauribile come l'energia solare, peculiarità che la rende di diritto l'invenzione del secolo. E' caccia aperta: alcuni trafficanti d'armi che vogliono mettere le mani sul brevetto, federali doppiogiochisti che si vendono al miglior offerente, una verità esposta agli spifferi insoliti del caso: nessuno è buono, nessuno è cattivo. E' così che entra in scena il guascone Roy Miller (Tom Cruise), agente segreto dal grilletto facile, con un sorriso accattivante e un'innata simpatia che lo spinge a minimizzare sui danni collaterali provocati dal suo istinto di macchina ammazzacattivi. Nella concitata caccia al tesoro riesce a coinvolgere la bella ma inconsapevole June (Cameron Diaz), trainata da un fortuito incontro all'aeroporto dove, ovviamente, il folle Roy è pedinato a vista. Un atterraggio di emergenza, molto logico dal momento che Roy ha fatto fuori tutto l'equipaggio nemico, apre la strada ad un frenetico e pericoloso assurdo accoppiamento: l'agente Miller che pur di salvare l'invenzione e il suo ideatore non esita a spargere cadaveri sul suo cammino e la svampita bella bionda che, fra angoscia e seduzione, cerca di recuperare punti nelle poche fasi di lucidità del suo eroe. Location da sogno e inseguimenti all'ultimo respiro ravvivano la bella e movimentatissima avventura. Dove, si fa chiarezza una volta per tutte, appena in tempo per i titoli finali.
Un Tom Cruise aitante e brillante come ai vecchi tempi entra prepotentemente in azione cercando di rinverdire i fasti di Ethan Hunt, versione aggiornata di James Bond che mise in crisi lo spirito tradizionale dell'eroe immortale di Ian Fleming con una trilogia piuttosto remunerativa. Dietro la macchina da presa c'è un regista di mestiere che tiene a bada l'enfasi da cartoon cercando di assicurare al suo eroe un barlume di realismo. Se lo script "bondeggia" beatamente fra cambi di ambientazione e assurde spericolatezze acrobatiche, c'è da dire comunque che fra i film d'azione recenti, quello di James Mangold si avvicina indubbiamente in punta di piedi ad alcuni thriller hitchcockiani. La bella e incredula Cameron Diaz assapora lo stesso stupore del Cary Grant di "North by northwest" (a parte la sequenza del treno non vi sono citazioni dirette, ma l'omaggio è piuttosto dichiarato). Certo i tempi sono cambiati: i prodigi della tecnologia rendono l'azione più avvincente e frenetica. Ma il film è divertente, pur con tutte le sue ingenuità e un accumulo di ripetitività nella seconda parte, e ripaga onestamente lo spettatore legato al genere. Felice anche l'idea di tenere a bada il frastuono, lasciando il commento musicale delle fasi salienti a, base di tango, con le schitarrate di John Powell. Godibile, forse anche dimenticabile, ma con il fascino perduto di un certo sano artigianato cinematografico vecchio stampo che, fra abusi videoclipparoli e virtuosismi visivi, si era un pò perso per strada.
Cinema Impero, Trani - 10 Ottobre 2010 |