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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

GORBACIOF

Regia: Stefano Incerti

Interpreti: Toni Servillo, Mi Yang, Geppy Gleijeses, Salvatore Ruocco, Nello Mascia

Durata: 92'

Nazionalità: Italia 2010

Genere: drammatico

Stagione: 2010-2011

Camminata austera da cowboy metropolitano, Marino Pacileo (Toni Servillo), soprannominato "Gorbaciof" perchè, come il premier russo, ha una vistosa voglia scura sulla fronte, se ne va smargiasso "pe tutta 'a città" collezionando debiti. Da una bisca esce e in una sala corse entra. Sullo sfondo la Napoli fredda e irriconoscibile dei quartieri cinesi e del carcere di Poggioreale dove Pacileo esercita di fatto la professione di cassiere per le famiglie dei detenuti. "Gorbaciof" sta allo sportello e mette mano alla cassa: raccoglie i versamenti, annota cifre e mette tutto sotto chiave. Ma la tentazione è forte: il denaro che gli scivola via fra le mani viene spesso prelevato provvisoriamente per tentare la fortuna al tavolo da poker nel retrobottega del ristorante cinese. Per coprire i debiti del gestore e per evitare che la sua giovane figlia dai dolci occhi a mandorla venga mercificata dai viscidi creditori, "Gorbaciof" è costretto a fare passi più lunghi delle sue gambe. Finirà in un torbido giro di strozzinaggio che lo costringeranno a scendere a patti con la microcriminalità. L'illusione dell'amore e l'impossibilità d'una nuova vita renderanno più soffice il suo martirio. Come Carlito Brigante andrà incontro ad un destino fatale, con la vita presa a morsi per non patirne mai la fame.

Esercizio d'attore, più che di stile, sarebbe il caso di dire. "Gorbaciof" è un abito sartoriale cucito addosso al talento istrionico di un grandissimo Toni Servillo. Protagonista formidabile della scena, esecutore esemplare di una ricerca algida da parte dell'autore nel recuperare il minimalismo di un mondo squallido e lurido, ma anche macchina attoriale che comincia a piacersi troppo e a cercare la vibrazione sulla fune. La grande capacità di Servillo nel delineare (come già per "Le conseguenze dell'amore" e "L'uomo in più") le forti personalità dei perdenti diventa anche il limite principale di un film che, rinunciando deliberatamente all'essenzialità del racconto, cerca a tutti i costi un respiro europeo (che magari, glielo auguriamo, troverà senz'altro). Con dialoghi ridotti al minimo, passeggiate infinite e sequenze commentate dalle ottime musiche di Theo Teardo, si apre l'immancabile baratro post gomorriano che rendono il film in questione una preziosa appendice. Sembra di ritrovare il contabile Gianfelice Imparato che da Scampia si trasferisce in centro. Il film soffre una sceneggiatura piuttosto avara e asciutta (scritta con Diego De Silva) che procede grazie ai virtuosismi del protagonista, alla meccanicità di un rozzo abitudinario sul quale pesa come un macigno un epilogo convenzionale, fin troppo in linea con gli standard televisivi. Ma nel film si ritrovano allievi illustri della scuola napoletana: Geppy Glejieses, ad esempio, è un viscido e ambiguo nemico al tavolo da gioco. L'occasione non è persa, tutt'altro, grazie al buon mestiere di Incerti, al tentativo coraggioso di spogliare una città corrotta e malata mettendogli in bocca il fiore dell'innocenza e della speranza. Uno strato sottilissimo ma robusto a sostegno del defilè da guappo di un Toni Servillo che, inutile ribadirlo, vale da solo il prezzo del biglietto.

Sala Grande, Lido di Venezia - 4 Settembre 2010

Voto:     2,5 / 5
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