Boccaccio 2000, o giù di lì. New York, oggi. Michael (Sam Worthington) e Joanna (Keira Knightley), sposati da poco, si destreggiano fra impegni professionali concreti o presunti (lui è un brillante agente immobiliare, lei una giornalista freelance) fingendo d'essere ancora innamorati. Il dolce meccanismo dell'amore si inceppa davanti ad un sospetto, ad un dubbio atroce: il loro rapporto di coppia è del tutto maturo o esposto ai rischi dell'adulterio? Joanna comincia a nutrire forti dubbi quando in occasione di un meeting incontra Laura (Eva Mendes), la nuova e bellissima collega di suo marito, fiutando una potenziale minaccia per il suo tranquillo menage sentimentale. Quando poi Michael lascia New York per un impegno lavorativo che dovrà condividere con Laura, la paura diventa angoscia, la sfiducia incombe, ma bisogna far finta di nulla e sorridere. Il destino pone sull'altra bilancia un'occasione ghiotta che mette a dura prova la fedeltà di Joanna: un suo vecchio amore, Alex (Guillaume Canet), torna in città in veste d'amico, disposto ad insidiare la calma piatta del talamo nuziale. Fra dubbi, timori e fatali attrazioni, i due poveri coniugi trascorreranno trentasei lunghissime ore in circostanze completamente diverse, rispettivamente ai bordi del precipizio della passione. C'è chi tradirà per puro appagamento della carne, chi preferirà resistere alle inside inseguendo la purezza e il peso conseguente di un sentimento difficile da cancellare.
"Last night" è un tentativo non del tutto riuscito di sofisticare il moderno romanticismo attraverso l'utilizzo del "mumblecore" ad alto budget. Lontano parente delle trappole mentali di Woody Allen, dal quale riprende luoghi, ambienti e alcune situazioni, sembra affidarsi ciecamente all'abilità della doppia coppia, in preda ad uno scambio forzato. Keira Knightley, dolce moglie insicura, ed Eva Mendes, amante ferita e per questo libera da rimorsi, inseguono i rispettivi potenziali amanti fra soffici letti e dure battaglie, giochi di seduzione (memorabile per eleganza ed effetto la sequenza della piscina coperta) e lacrime dovute al rimpianto. In una cornice comunque raffinata e seducente più degli stessi dialoghi, compromessi da vistose forzature, il film scorre piacevolmente, assicurando allo spettatore un teorema interessante e discutibile sul tradimento. Le bellissime musiche di Clint Mansell commentano con straordinaria efficacia i frequenti momenti di calma. Massy Tadjedin sembra preoccuparsi molto dell'aspetto estetico: del suo lavoro restano impresse le numerose sequenze notturne e le luci calde degli interni. Delude semmai un'inspiegabile ma voluta freddezza (tra l'altro la storia sembra un'appendice di "Doppio sogno" di Schnitzler) e un finale irrisolto ma azzeccato che suona tanto come una vera e propria provocazione.
Cinema Opera, Barletta - 10 Novembre 2010 |