Hitchcockiano, kafkiano e forse anche polanskiano. Pagati i dovuti interessi ad un cinema del passato rimasto rigorosamente incollato alla matrice, "Unknown" nonostante la fragilità del già visto, ha delle interessanti frecce al suo arco. Lo spunto è quello della perdita della memoria e della vicenda che si snoda con il povero protagonista che si ribella ad un'assurda quanto strana crisi di identità che sembra organizzata a regola d'arte, da oscuri nemici, con l'intelaiatura del complotto bello e buono. Martin Harris (Liam Neeson) è un illustre botanico americano venuto a Berlino in compagnia della sua bellissima moglie Liz (January Jones) per un importante convegno sulle nuove avanzatissime tecniche di biotecnologia. La buona sorte gli volta le spalle proprio all'inizio del suo viaggio di lavoro: una grave dimenticanza lo costringe a tornare in fretta in aeroporto ma a causa di un brutto incidente stradale viene ricoverato d'urgenza e resta in coma per quattro lunghi giorni. Al suo miracoloso risveglio il mondo gli si rivolta contro, materializzando imbarazzati sorrisi di circostanza, accogliendolo come un estraneo. Un altro Martin Harris si appropria della sua vita di brillante medico: la moglie non lo riconosce e, senza documenti, il poveraccio viene scambiato per un pericoloso mitomane e allontanato dalla sorveglianza. A poco a poco, però, con l'aiuto della tassista clandestina (Diane Kruger) che gli ha causato l'incidente ma gli ha anche salvato la vita, il presunto Martin Harris comincerà a ricostruire i tasselli del mosaico. La verità, ovviamente, nasconde le paventate insidie. Il complottino alla base c'è, ma gli sviluppi vanno rigorosamente seguiti nell'opportuna sede della sala cinematografica.
Dopo l'interessante e morboso "Orphan", Jaume Collet-Serra centra un altro bersaglio e, stavolta, rinverdendo l'ingarbugliata spy-story in perfetto stile europeo. Nonostante un certo abuso di spericolati e incredibili inseguimenti automobilistici che fanno tanto american style, il film mantiene fede ad un suo certo rigore e ad una robusta dose di suspence che incolla lo spettatore alla poltrona, fino agli inattesi sviluppi finali. Senza infamia e senza lode, pescando un pò qua un pò là (più vicino a "Bourne identity" che a "Frantic") Liam Neeson, maschera perfetta per il ruolo di smemorato, si agita come un disperato in una Berlino fredda ed uggiosa, alla ricerca della soluzione del caso. I cattivi fanno davvero paura, perchè coperti dal manto della normalità. L'inquietante intrigo coinvolge nell'ordine: un ex agente della Stasi (Bruno Ganz) che arrotonda la pensione improvvisandosi detective privato, un ambiguo professore doppiogiochista (Frank Langella), una coppia di micidiali esecutori che si esprimono con le pallottole. Combattuto fra amore di copertura e amore necessario, l'ennesima vittima del sistema, non si farà mancare nulla: January Jones e Diane Kruger fra falsità e pietà se lo contendono inevitabilmente ma solo una delle due ha la pistola in tasca. Per gli appassionati dell'action movie di sostanza, "Unknown" mantiene quanto promette. Nonostante qualche volo pindarico di sceneggiatura e i virtuosismi in eccesso, tanto per ricordarci che il cinema in fondo è sempre la migliore fabbrica di illusioni.
Cinema Impero, Trani - 27 Febbraio 2011 |