Come William Lee, il maledetto e allucinato protagonista di un celebre romanzo cifrato di Burroughs ("The naked lunch"), anche l'aspirante scrittore Eddie Morra (Bradley Cooper) per comunicare non può fare a meno della voce fuori campo. Antieroe balordo e trasandato, si lascia seguire mentre ciondola fra la sua casa editrice e il bar all'angolo: a corto d'ispirazione, pieno di debiti, mentre il mondo gli è ostile. Ma gli incontri, si sa, ribaltano il destino. Un suo ex-cognato, pusher di professione, gli regala una pasticca prodigiosa. Trasparente e leggera produce benefici irrinunciabili: consente, semplicemente, di allargare a dismisura le capacità intellettive. Eddie Morra svolta: finisce il suo romanzo in un paio d'ore, assume l'aria di un disinvolto tuttologo, immagazzina dati e stimola l'apprendimento. Passaggio obbligato: mettere le sue doti al servizio dell'economia, collezionare colpacci giocando in borsa e uscire dall'anonimato. Presto, infatti, l'alta finanza inizia a ronzargli intorno: come fa questo ragazzone ad alzare milioni di dollari standosene comodamente seduto in poltrona? E qui cominciano i guai: perchè un magnate di Wall Street e un indisponente malavitoso balcanico cominciano a rendergli la vita difficile. Per non parlare degli effetti collaterali provocati dalla pillola: dipendenza, sdoppiamento della personalità e rischio infarto. Eddie dovrà rimescolare le sue carte e portare a casa la pelle. I soldi, non fanno la felicità, se diventi un bersaglio...
Thriller psichedelico e movimentato, "Limitless" mette a dura prova sia le coronarie che la resistenza dello spettatore. Il protagonista, scanzonato ed inaffidabile quanto basta per sopravvivere nella jungla di Central Park, sembra saltato fuori da un romanzo della beat generation. La voce fuori campo, dicevamo all'inizio, aggiunge un pizzico d'esotismo ed allarga i margini di credibilità. Alcuni buchi narrativi, infatti, non vengono colmati. Lo spettatore entra nel vivo del "trip" dell'allucinato protagonista e parteggia, ovviamente, per un suo definitivo riscatto. I brutti ceffi gironzolano in giacca e cravatta (sono gli squali dell'alta finanza) oppure parlano in improbabile cadenza "ti spiezzo in due" (il cane sciolto, gangster di mezza tacca). Ce n'è abbastanza per divertirsi senza problemi: il farmaco miracoloso spalanca finestre su mondi immaginari, appendici di "Inception", la macchina da presa vibra e fissa schegge di una metropoli impazzita. Brandon Cooper, volto poco sfruttato dall'attuale tendenza "USA e getta", è uno schizzato broker con lo sguardo luciferino che azzanna i criminali, per poi accucciarsi fra le braccia della donna amata. Zio Robert (De Niro) ci regala l'ennesima partecipazione speciale in un ruolo depredato al Gekko di Michael Douglas. Dicono che queste sue ultime apparizioni siano sinonimo di decadenza, il segnale evidente di una svogliatezza e di remi tirati in barca. Presto ci ritroveremo, invece, a dover rimpiangere intere generazioni d'attori private, purtroppo, di un ricambio generazionale. Che ben vengano, allora, cinque minuti intensi d'alta scuola.
Cinemars, Andria - 21 Aprile 2011 |