Lealtà e correttezza, istruzioni per l'uso. O meglio: guida (non proprio breve) al comportamento coerente davanti al dubbio amletico che potrebbe turbare i vostri sogni. Ronny (Vince Vaughn) e Nick (Kevin James) sono amici per la pelle e soci in affari. Dividono praticamente tutto e compensandosi a vicenda. Il caso però mette un bel giorno il povero Ronny davanti ad una situazione imbarazzante. Scopre infatti casualmente la moglie del suo migliore amico in atteggiamenti intimi con un altro uomo. Cosa fare? Mettere subito al corrente l'amico tradito o sorvolare, per quieto vivere, magari convincendo la moglie adultera a redimersi? E' un bel dilemma, ma non basta a costruirci intorno un film. Ronny infatti teme che la susseguente crisi del suo amico possa aggravare un importante progetto professionale, mettendo a repentaglio la certezza d'un contratto sicuro. E così l'amico dubbioso diventa un abile detective: compra una fotocamera digitale e comincia a collezionare prove e disastri. La moglie di Nick reagisce male e minaccia di tirar fuori vecchie storie. In una goffa seduta di gruppo faranno a gara nel tentativo (inutile) di scoprire la fonte dei rispettivi malesseri, fino all'immancabile happy end chiamato in causa per difendere la famiglia come istituzione e non semplice gioco di ruoli.

Il titolo calza a pennello. Il film costituisce un vero e proprio dilemma per lo spettatore costretto ancora una volta a trarre un bilancio sulla filmografia discontinua e anomala di Ron Howard. Regista eclettico, tenuto a battesimo dietro la macchina da presa proprio da "Splash", evanescente e godibile commedia, non è mai riuscito a spiccare il grande salto, frenato spesso da ragioni alimentari e da progetti su commissione. Anche in questo prodotto malriuscito e noiosetto si riscontrano limiti imputabili al decadimento predominante nell'attuale situazione comica americana: troppo sofisticata per facili digestioni ma allo stesso tempo piena di situazioni improbabili da pochade che la risciaquano nel doppio lavaggio della farsa. Gli attori sono bravi e generosi, anche se la coppia Vaughn-James pigia l'accelleratore sulla caratterizzazione senza mai trovare giusti equilibri lontani dall'ovvio. Jennifer Connelly e Wynona Ryder sono splendide quarantenni, con la gioia di vivere infiammata da quelle che nel gergo brassiano venivano definite "botte di allegria". Ma il film è troppo lungo, dilata senza alcuna cognizione logica una trovata esile e puerile sulla quale il nostro cinema ci ha tirato su, nei bei tempi, almeno una ventina di commedie sexy. E la morale di un finalino trita e triste ci fa sprofondare in una sensazione di inquietante solitudine.

Uci Cinemas, Molfetta - 22 Maggio 2011 (Barisera)