Prime nubi della nuova stagione comica all'orizzonte. Pioveranno commedie, statene pur certi, per compiacere quella fetta di pubblico rimasta saldamente legata al concetto di cinema come tradizionale forma di divagazione (si può anche definire allargamento della dimensione televisiva). Ma saranno domeniche amare, se le premesse son queste. "Baciato dalla fortuna" non aggiunge nulla di nuovo, anzi si sottrae allo scopo principale di una normale commedia: far ridere. Ispirato ad un lavoro teatrale di Vincenzo Salemme (che ne è infatti attore fin troppo protagonista), raccatta scorie eduardiane e vanziniane (impossibile non pensare a "Febbre da cavallo", anche per gli sviluppi prevedibili della trama) per mettere in scena la disperazione di un uomo rovinato dal superenalotto. Gaetano (Vincenzo Salemme), napoletano trapiantato nella tranquillissima Parma, è un vigile urbano stressato da mille problemi: a cominciare da una petulante ex moglie che lo spolpa con il mantenimento, dalle banche che lo assediano con un mutuo assassino, dalla focosa ma infedele compagna Betty (Asia Argento) che lo tradisce abitualmente con il suo prestante superiore (Alessandro Gassman). Per dare una svolta alla sua vita Gaetano si gioca settimanalmente una sestina che si ispira ad una filastrocca scaramantica. I numeri puntualmente escono però quando Gaetano non ha fatto in tempo a giocarli. Dettaglio trascurabile: tutti in città lo credono fortunato vincitore e si stendono ai suoi piedi. Gaetano comincia a vedere il mondo da una diversa angolazione: le banche diventano accomodanti, le sanguisughe ripiegano su piani di battaglia alternativi e il nostro povero diavolo comincia a spendere e a spandere convinto di farla franca. Ovviamente ci sarà il classico colpo di scena, meno scontato del solito per i frequentatori assidui delle commedie all'italiana dei bei tempi...
Penalizzato dall'invadenza e da un involontario narcisismo artistico di un attore bravo ma ora a disagio con le regole imposte dal grande schermo, il film diretto da Paolo Costella soffre moltissimo una conduzione poco ispirata. Nelle circostanze in cui Salemme interagisce con le varie spalle che cercano di tenergli testa (accade con il ritrovato Casagrande, ad esempio) rispuntano puntualmente giochi verbali, equivoci linguistici di vecchia scuola (appunto). Ma permangono un senso di noia e una dilatazione temporale di un'ideuzza davvero esile, dalla quale sarebbe stato più utile ricavare un frammento per un contesto episodico. Le uniche vere proposte degne di nota sono un'inedita Asia Argento in veste di formosa femme fatale all'amatriciana e un simpatico Alessandro Gassman, sciupafemmine inguaiatissimo. Ma si ride col contagocce e a parte il fascino del centro storico parmense, vi è ben poco da ricordare. Del bravo Vincenzo uscito dalla scuola di Eduardo e perfezionatosi alla corte di re Nanni restano insomma tracce sbiadite. Il comico napoletano sottopone lo spettatore ad un'estenuante prova di forza ipotecando senza alcun ripensamento l'occupazione della scena. Baciato dalla fortuna molti anni fa quando grazie alla lungimiranza di Rita Rusic (che qui torna a produrlo) riuscì con "L'amico del cuore" a ritagliarsi una bella finestra con vista sul cinema leggero, il caro Vincenzo ignora che il cinema di qualità non si fa vivacchiando con pigrizia. Massimo rispetto, ovviamente, per l'opinione degli appassionati allergici alla teoria che avranno piena facoltà di ridere. L'industria del cinema leggero (l'unica a muoversi al momento) ci dice che finchè ci sarà richiesta di mercato, i macchinari andranno avanti.
Cinema Impero, Trani - 1 Ottobre 2011 (Barisera) |