Nella sempre più lunga e snervante battaglia all'ultimo colpo di risata, attuata dall'inerzia di un'industria cinematografica italiana più orientata sul cinema leggero di facile consumo, Salvatore Ficarra e Valentino Picone sono schierati in trincea ma sul versante dell'arma bianca. La carineria, l'assenza di volgarità e una certa predisposizione per un cinema inoffensivo per tutta la famiglia, è segno di distinzione ma anche di appiattimento. Premesse nobili, per carità, ma del tutto insufficienti per smuovere un pò le acque della palude. Stavolta inoltre i due simpatici comici siciliani, considerati con un pizzico di leggerezza e sopravvalutazione la versione moderna di Franco e Ciccio, pedalano in assoluta autonomia facendo a meno di un referente esperto in grado di dirigere la banda. Protagonisti, registi e scrittori (occhio c'è lo zampino di Francesco Bruni, conferente creativo di Paolo Virzì) di questa ultima impresa, fanno tutto da soli e forse sono fra i pochi a divertirsi veramente. Trapiantati in una Torino solare che sembra la metà rassicurante di una delle due Sicilie (comprensibili ragioni di contributi regionali...), si improvvisano operatori turistici portando a zonzo i gitanti su un pullman panoramico. Ma, come ben sappiamo, sono i due poli opposti che si attraggono. Salvo è infatti uno sciupafemmine più disincantato e realista, Valentino è invece un inguaribile romantico che ricopre di stucchevoli attenzioni la sua fidanzata (Ambra Angiolini), mandandola in overdose sentimentale. La storiella, orchestrata secondo i canoni di una vivace e movimentata sit-com, si dipana fra equivoci, minacce di fidanzamenti in rottura, matrimoni in vista e qualche tradimento. I due compari alle prese con i tormenti delle gonnelle riusciranno ad imbastire un lieto fine rassicurante e a capitolare rispettivamente sotto le frecce di un Cupido giocherellone. Poco importa se durante un movimentato rinfresco nuziale gli invitati si accapigliano per vendicare il disonorevole comportamento del novello sposo...
La comicità stralunata, semplice e priva di volgarità di Ficarra e Picone va a segno a fatica, ovviamente dando pacche sulla spalla dei più affezionati che avranno modo di gradire. Nonostante il nobile tentativo di puntare sulla qualità e sulla caratterizzazione di alcuni personaggi indovinati, incombe un pizzico di noia e si sorride col contagocce. La sensazione è che manchi un collante efficace e che il processo di totale indipendenza adottato dai due comici si sia rivelato un pochino azzardato. Non mancano spunti gradevoli e la brava Ambra Angiolini contribuisce alla causa, ritraendo una povera ragazza tormentata da eccesso di attenzioni. Alcuni inappropriati intermezzi musicali creati per dare una cornice fiabesca, uniscono il buonismo all'inutilità. Ma sono modelli televisivi esportati sul grande schermo ed il cinema è anche stavolta il grande assente. Probabilmente il critico incattivito da un esubero di commedie leggere, è colpito dalla mancanza di ambizione e dall'impossibilità di osare qualcosa di nuovo, perchè come al solito ci si accontenta di semplicistiche briciole. L'unico sussulto è dato dalla scazzottata finale con il maestro d'armi Sal Borgese, mitico esecutore di finte botte da orbi, impegnato a ripetere un'arte che si perde nella notte dei tempi, per anni energia primaria di un cinema popolare per tutti.
Cinema Impero, Trani - 4 Dicembre 2011 (Barisera) |