Potremmo definirla commedia di qualità e non commedia d'autore, genere nel quale purtroppo sono rimasti in pochi ormai a cimentarsi. Si discosta fortunamente dalla tendenza che l'ha appesantita ed inflazionata (da anni ormai in Italia si girano solo film leggeri e disimpegnati). Scritta con cura, confezionata con garbo, interpretata con generosità e spirito cameratesco, servendosi di una antica formula che garantisce sempre buoni risultati, si aggancia per necessità al tanto discusso filone vacanziero. Il sequel di "Immaturi", nato sulle ali dell'entusiasmo dell'inaspettato successo del film precedente, recupera gli allegri compagni della maturità, li raduna sulle spettacolari spiagge dell'isola di Paros (se la ricchezza economica dipendesse solo dai doni della natura, la Grecia si ritroverebbe oggi a vivere solo una crisi morale), approfondisce le rispettive individualità creando un dinamismo narrativo. Il risultato se non proprio alla pari sembra addirittura superiore al film precedente. E per tante ragioni: questa allegra rimpatriata estiva mescola gioie e dolori, schiaffi e carezze. Benchè la comitiva si sia riunita per celebrare la villeggiatura con spirito goliardico, il destino ha in serbo mille sorprese. C'è l'amica che lotta in segreto con un problema indicibile, chi è stato mollato dalla sua compagna, chi si è finto separato e con figlio a carico pur di svignarsela. E c'è anche chi spera attraverso questa settimana felice di dichiarare il suo amore alla futura sposa. L'isola galeotta con le sue tentazioni, il suo mare incantevole e i tramonti da urlo giocherà duro con i rispettivi cuori. Le buone notizie arriveranno per tutti, ciascuno attraverso il suo ritrovato equilibrio.
Paolo Genovese va avanti in totale autonomia (sceneggiatura e regia, binomio perfetto) e pare che questa si riveli la soluzione migliore. Nonostante alcuni forzati tempi televisivi, con l'incombente destino della prima serata, il film assicura due ore piacevoli e godibili in sintonia con il film che l'ha preceduto. Lasciandosi alle spalle gli effetti collaterali della volgarità programmata, puntando sull'efficacia di una colonna sonora che riarrangia canzoni entrate nella memoria collettiva ("Call me", ad esempio), grazie al contributo di una affiatata truppa di attori dove tutto appare dosato col bilancino. Sono risultati confortanti che di fatto riabilitano la possibilità di poter riproporre un cinema d'intrattenimento con criteri antichi, senza creare nello spettatore disagio e pentimento. Maurizio Mattioli continua ad essere una forza, la naturalezza di Luisa Ranieri è a dir poco illuminante, la partecipazione amichevole di Luca Zingaretti sembra una spolverata di zucchero a velo. Volendo soffermarsi sulle possibilità di rilancio delle attrici emergenti sarebbe il caso di soffermarsi su Francesca Valtorta, classe 1986, diplomatasi al Centro Sperimentale, che dopo alcune fiction, è alla sua seconda esperienza cinemamatografica e qui ha addirittura il compito di tenere testa ad uno scatenato Luca Bizzarri. Dotata di bellezza e disinvoltura è sicuramente una promessa destinata ad essere mantenuta.
Cinema Impero, Trani - 7 Gennaio 2012 |