Regista amabile, dotato di una personale cifra stilistica, Steven Soderbergh si destreggia fra operazioni impegnative e film minori, fra la seriosità di faticosi esercizi in palestra e lo stretching. Dopo "Contagion", torna al thriller d'autore e stavolta punta l'obiettivo su una nuova eroina. Gina Carano, rinomata atleta nel campo delle arti marziali femminili, è protagonista assoluta in questa singolare spy story ambientata su due continenti. Mallory Kane (G.Carano) è infatti un agente segreto che lavora in proprio e che si preoccupa di fare il lavoro sporco per conto di governi che non vogliono apparire. Spietata, determinata e infallibile come spia, Mallory commette un solo errore: fidarsi di Kenneth (Ewan McGregor), procacciatore di missioni speciali, che prima la manda a Barcellona per liberare un ostaggio e poi la intrappola in una operazione poco chiara a Dublino. Qui Mallory si accorge di essere vittima di un complotto e in balìa di nemici che vogliono farla fuori. Reagirà alle insidie dell'intelligence, cercando di vendere cara la pelle...
Soderbergh salva il marchio di fabbrica: l'uso personale di una fotografia che muta fra ambienti freddi e caldi, grazie ai prodigi del digitale, torna alla partitura vintage di David Holmes e ad un montaggio serrato che lo vede coinvolto sotto un altro pseudonimo. Nel film ci si diverte a cambiare luoghi di ambientazione e a ricostruire il passato insidioso della sfortunata agente protagonista, perennemente in fuga. Per sfuggire alla prevedibilità e alla concorrenza di blockbusters realizzati in serie sulla stessa lunghezza d'onda, il buon Soderbergh cerca di impuntarsi il più possibile sulle atmosfere, sacrificando azione e spettacolarità. Pur esibendosi in combattimenti corpo a corpo e in mosse imprevedibili, la volenterosa Gina Carano tiene banco praticamente da sola, destreggiandosi fra apparizioni speciali (Michael Douglas, Antonio Banderas) e autorevoli attori non protagonisti (Bill Paxton, Michael Fassbender). Pur non alzando la media di una carriera filmografica che conserva nel passato opere più dignitose e riuscite di questa (pensiamo a "The limey" e a "Traffic"), "Knockout" si lascia vedere senza particolari pretese, offrendo sporadiche occasioni di buon intrattenimento. La classe dell'autore e un tocco che, se non proprio magico, cerca di mantenersi su discreti livelli, è interamente rivolta alla costruzione di una carriera d'attrice. Gina Carano, attrice per caso, riempe la scena e si prenota di diritto a qualche sortita tarantiniana. Angelo dalla faccia sporca, tutta curve e colpo in canna, sottintende un legame curioso fra amore e morte. Gli uomini cadono come birilli sotto colpi di mano e strizzate di gambe. Il divertimento involontario addolcisce il compito di uno script a volte confuso ed improbabile per il quale allo spettatore è richiesto qualche sforzo in più per riordinare le carte.
Cinema Impero, Trani - 25 Febbraio 2012 |