Cinema allo stato puro fatto di immagini e suoni. La difficile operazione portata a termine da Franco Piavoli, autore di cinema fuori dalla mischia, parte appunto dall'idea di voler conferire un valore estetico ed edonistico alle immagini in movimento. "Nostos" suggella un cinematografare fondato sull'analisi del rapporto ancestrale fra uomo e natura, dopo il bellissimo "Pianeta azzurro" realizzato, con strepitosto successo di critica, otto anni fa. Partiamo col dire che si tratta di una pellicola lontana dalle motivazioni del noleggio: è un cinema che si rivolge agli esteti, attraverso uno stile che non ha precedenti, se non nella poetica cinematografica di Olmi. Realizzato da Piavoli con straordinario mestiere, "Nostos" rievoca le peregrinazioni di Ulisse (Luigi Mezzanotte) attraverso un comune denominatore essenziale: il mare. Qui iniziano e finiscono le sventure del protagonista che abbandona gli orrori della guerra e si appresta a tornare a casa. Riconquistato l'amore di una sconosciuta, il viaggiatore si allontana su una zattera ma è predestinato al naufragio. Passato e presente si rincorrono, attraverso ricordi d'infanzia e sventure di viaggio. Il chiaro di luna visto come senso di smarrimento in un mare infinito segna l'inizio di un bellissimo sogno che è il ritorno a casa. Il crepuscolo appare dietro il portale del palazzo, per portare a compimento il ritorno a casa dell'eroe sventurato.
Film complesso (i pochi dialoghi sono incomprensibili perchè basati su antiche lingue mediterranee) ma intenso, dimostra ancora una volta il grande mestiere di Franco Piavoli, attento a sottolineare magistralmente suoni e immagini naturali, soluzione ideale per un documentario naturale in forma di lungometraggio. L'epica del film si ricollega alla mitologia classica. Il ritorno visto come impresa tragica e fatale si concretizza in realtà in un dialogo con il mare, inteso come padre ma anche come origine dello smarrimento dell'essere uomo. Piavoli propone splendide immagini naturali, paesaggi incontaminati (bellissimi gli esterni) e rumori perduti (lo scorrere di un ruscello, le ali di un gabbiano che fendono l'aria, le onde del mare). Tutto assume la consistenza di un breve ed educativo viaggio in un eden lontano ed astratto. Il punto di incontro è proprio il bravissimo protagonista Luigi Mezzanotte, attore teatrale di razza, che conferisce al personaggio mitologico la cruenta espressività di una forza del passato e la dolcezza di un figlio sperduto negli abissi di una natura matrigna. Piavoli, lo ribadiamo, si è fatto portavoce di un tipo di cinema capace di arrivare direttamente al cuore degli spettatori. Così com'è il film si lascia vedere, coinvolgendo i sensi attraverso le bellissime immagini, talvolta (non lo nascondiamo affatto) accarezzando le corde emotive, senza mai cedere al compiacimento o all'esercizio di stile. Prevale il buon gusto, il fascino dell'antico, il soave racconto della purezza di un mondo come quello classico rievocato secondo una fonetica perduta e l'amaro sapore del sale che consolida l'antico rapporto fra il mare e l'uomo.
VHS - 6 Dicembre 1990 |