C'era una volta a Gotham City, è il caso di dire, visto che il film in questione dura quanto il capolavoro realizzato da Sergio Leone nel 1968. La serialità spesso svilisce le buone intenzioni di registi capaci. E la trilogia spesso si rivela un'arma impropria a triplo taglio, soprattutto quando si ignorano le ragioni di estensione. Se appunto questa serialità nasce dal bisogno dell'autore di approfondire altri aspetti del suo personaggio o dall'insopprimibile tendenza dei produttori affezionati al botteghino di assecondare le richieste del grande pubblico, allungando le bevande alla mescita. Questo ritorno del cavaliere oscuro, che entra in scena dopo una mezz'ora abbondante senza nemmeno indossare il mantello alato, aprirà nuove questioni e accesi dibattiti sulla necessità di trasformare il celebre fumetto della DC Comics in un pretesto per film d'autore d'ispirazione popolare. A Christopher Nolan, talentuolo regista londinese classe 1970, al quale si devono film riusciti come "Memento" e "The prestige", si riconosce l'innegabile merito di aver conferito una cifra stilistica accattivante ed originale al celebre uomo pipistrello in un reboot passato attraverso tre stazioni. Ma carico com'è di dialoghi e sequenze di transizione ed avaro di personaggi vivaci (a parte il perfido Bane, nel cui sadismo si celano traumi di giovinezza), quest'ultimo annunciato capitolo della saga esaspera i toni del racconto, sacrificando la giocosità e il ritmo che erano stati marchi di fabbrica della tanto vituperata ed incompresa rilettura caciarona di Joel Schumacher nei blockbusters precedenti. Ma allora perchè prendere le distanze dalle motivazioni dettate dal puro divertimento, se Nolan in fin dei conti si rivolge ugualmente a platee ampie? Perchè sacrificare le acrobazie, psicanalizzando Batman, attraverso tempi dilatati che poco hanno a che fare con l'epica?
Il film inizia laddove era finito il precedente. Con Bruce Wayne (Christian Bale) senza la mascherina e la corazza di lattice nero che se ne sta in disparte nel suo lussuoso palazzo, per espiare la perdita di una persona cara, sentendosi ormai inutile per un'ormai tranquilla Gotham City. Il richiamo ai doveri di supereoe, che pure è un concetto sbagliato visto che Batman è l'unico personaggio a non fare uso di superpoteri, viene dato dall'incursione di Bane, brutto e brutale villain che respira attraverso una mascherina antidolorifica, che trama oscuri disegni criminali disseminando cadaveri e colli spezzati. Dopo aver messo in ginocchio le sorti finanziarie della Wayne Enterprises, il cattivo mascherato, riesce a rubare il nucleo di un reattore nucleare sperimentato per l'energia pulita, programmando un dispositivo a tempo per incenerire la città. Nell'attesa si dedica a spezzare ponti e a distruggere un campo da football (sequenza memorabile, che resterà impressa nella memoria). Dapprima recluso con la schiena spezzata in un remoto "pozzo di prigionia", Batman riprenderà il suo mantello per salvare ancora una volta il destino dei suoi concittadini a rischio. Ah, dimenticavamo. Nell'impresa sarà aiutato dall'agilità di una ladra (Anne Hathaway) che è l'alter ego di Catwoman ed è alla disperata ricerca di un "indulto" nascosto in un software...
Suggerita per sommi capi la trama è in verità più profonda e articolata. In un contesto cupo e nefando dove il male che mortifica la società civile parte sempre dal gioco di multinazionali e dalla logica della sopraffazione che abita nei palazzoni di vetro. Cavaliere oscuro, eroe solitario mosso dall'inerzia del dovere, il personaggio principale trova buone sollecitazioni negli abiti abbottonati ed eleganti di Bruce Wayne: magnate piegato dalla filantropia che mastica amaro sul suo passato. Christopher Nolan consegna il compitino, ricalcandolo dal precedente ma facendo a meno di assi nella manica come Heath Ledger, forse irripetibile e vera fonte innovativa di questa nuova serie. Si ha insomma la sensazione di averlo già visto questo film, nonostante alcuni "esterni giorno" che intermezzano le frequenti atmosfere notturne. I nostalgici che giocano ancora con i pupazzi della DC Comics in cameretta forse si sentiranno fuori luogo, in balia di velleità autoriali che, siamo certi, Nolan continuerà a sperimentare incrociando Burton con Antonioni. Ma dal punto di vista spettacolare pur giocando con budget illimitati e la carta bianca che esaudisce i sogni, il film non trasmette il divertimento spensierato di "Batman forever" (già rilettura del mito) di Schumacher, ad esempio dove spadroneggiava l'art dèco delle scenografa Barbara Ling, da sfondo alla cattiveria fumettistica ed appropriata di Tommy Lee Jones nei panni di un irresistibile Due Facce.
Uci CInemas, Molfetta - 7 Settembre 2012 (Barisera)
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