Parabola discendente di"Whip" Whitaker (Denzel Washington), comandante di lungo "sorso" sui voli di linea, con la passione per i superalcolici e le acrobazie con le hostess nei letti delle camere d'albergo, fra una tratta e l'altra. Il ticchettio del destino viene fuori a bordo di un normalissimo volo Orlando-Atlanta, cominciato sotto cattivi auspici. Dopo aver affrontato le prime avversità atmosferiche, sfidando la turbolenza, il comandante non proprio lucidissimo deve prontamente risolvere un guasto meccanico che gli fa perdere il controllo e vertiginosamente quota. La manovra troppo azzardata, con il velivolo capovolto, stabilizza e ritarda l'inevitabile impatto, rendendo meno cruento il disastro. Sei perdite su 106 passeggeri lo rendono nell'immediato un eroe, ma la commissione d'inchiesta che deve appurare le responsabilità per il risarcimento delle vittime, vuole vederci chiaro. Si comincia a far luce, infatti, sul suo attaccamento alla bottiglia anche se l'ipotesi del guasto meccanico si rivela l'ipotesi più plausibile di una tragedia che sarebbe dovuta accadere comunque. Nelle sue passeggiate infernali fra sensi di colpa, l'impossibilità di ricostruirsi una credibilità con la sua famiglia (il pilota è separato dalla moglie e non proprio amato da suo figlio) e il rischio di un ergastolo per disastro colposo, il nostro protagonista si specchierà nella tormentata esistenza di una tossica che cercherà, seppur brevemente, di offrirgli un amore solidale. Combattuto fra le manovre del suo sindacato per evitargli la galera e la necessità di un riscatto morale, il pilota sciagurato sarà costretto davanti alla commissione d'inchiesta ad assumersi le sue scelte responsabili. Perderà la possibilità di solcare i cieli, ma ci guadagnerà in termini di dignità. Dai tormentati cocci esistenziali verrà fuori un uomo nuovo, carico di rimpianti ma rinvigorito anche dalle nuove promesse.
Annunciato sin dalle battuti iniziali come un disaster movie (la lunga parte iniziale dell'incidente aereo è di notevole resa funzionale), "Flight" è in realtà una discesa nell'oscurità dell'anima, nella difficoltà di un eroe negativo di sfuggire alle insidie delle proprie debolezze. La struttura è quella di un dramma intimista, che sfugge alla prevedibilità e ai carichi di melassa. La generosità di Denzel Washington, protagonista assoluto della pellicola, diventa un mezzo essenziale per esprimere eccessi e contraddizioni di un personaggio complesso. Trasportando nei cieli una tragedia analoga che ci ha riguardato da vicino nel nostro recente passato (Whitaker come Schettino: manovra azzardata che addolcisce gli effetti di un disastro), "Flight" risulta avvincente, mai ruffiano, poco disposto a mistificare le emozioni degli spettatori, molto più diretto a svelare meccanismi perversi di burocrazia americana dove la salvaguardia essenziale è quella del minor danno economico possibile. Ritratto impietoso di un'umanità assente, capace di venire fuori comunque, in maniera istintiva, forse, quando meno ce l'aspettiamo.
Uci Cinemas, Molfetta - 26 Gennaio 2013 |