Come in "Nighthawks" (1981) di Bruce Malmuth, che anticipò di poco l'epopea rambesca di Sylvester Stallone, anche in "Alex Cross" si parla di una estenuante e complicata caccia all'uomo. Il bersaglio non facile è un serial killer psicopatico e palestrato che si è appena lasciato alle spalle quattro cadaveri in un quartiere esclusivo di Detroit. L'assassino ha un progetto ben definito: sceglie le sue vittime con criterio e lascia volutamente indizi per anticipare l'omicidio seguente. E, forse, non agisce da solo ma su committenza. Sulle sue tracce si dispone a raggio una squadra composta da tre poliziotti, due uomini e una donna, comandata da Alex Cross (Tyler Perry), detective esperto, nonchè padre di famiglia (sarà lo spunto per portarsi addosso un lutto incredibile) e leader indiscusso del team. Il criminale lancia il guanto di sfida, perchè colto sul fatto prima di far fuori la sua vittima predestinata, e comincia a divertirsi con sadismo e scelleratezza, entrando nella vita privata dei suoi avversari poliziotti, senza tanti complimenti. Per Alex Cross diventa una questione personale: non avrà pace fino a quando non riuscirà ad inchiodare il viscido e sfuggente nemico violento davanti alle sue responsabilità. Ovviamente facendo a meno delle lungaggini procedurali delle aule di un tribunale.
D'istinto, davanti a questi (tele)film estivi che si trascinano stancamente in una stagione cinematografica che tira dritto, verrebbe voglia di impugnare un telecomando e fare un momentaneo salto di sala. Eppure questo "Alex Cross" ha le spalle coperte da una tradizione che vuole questo personaggio nato dalla fantasia del romanziere James Patterson già portato sul grande schermo in due precedenti puntate ("Il collezionista" e "Nella morsa del ragno") con protagonista Morgan Freeman. Nonostante la prevedibilità della trama e la piattezza dello svolgimento, al film vanno ascritti due meriti: quello di garantire due ore scarse di divertimento, mantenendo fedeltà al genere, e di ritrarre in maniera del tutto anticonvenzionale un villain infame e violento, attraverso la capacità di Matthew Fox, attore interessante e capace, già pronto per un Bond movie. Sguardo perso nel vuoto, tic nervoso e lucidità assente (o raggelante) davanti ad una collezione indicibile di misfatti, è un sadico tatuato che non si dimentica facilmente. Piuttosto risibile, invece, la credibilità del protagonista Tyler Perry in quelli di detective. Tant'è che in patria la sua fama è dovuta in particolar modo ad un personaggio en travesti, cuore pulsante di una sit-com, al quale auguriamo al più presto di tornare. A proposito c'è anche un imbolsito Jean Reno per ragioni di autosussistenza che ogni tanto si interroga su qualche spiffero della sceneggiatura.
Uci Cinemas, Molfetta - 19 Luglio 2013 |