Principessa solitudine e rabbia. Favola triste di un personaggio molto amato, questa versione di Oliver Hirshbiegel, si sofferma sugli ultimi due anni movimentati che culmineranno con il triste epilogo nel Pont de l'Alma a Parigi il 31 Agosto 1997. Nella sua semplice struttura narrativa, pur tirandosi fuori dal ristagno d'un formato televisivo che avrebbe agevolato scomodi paragoni con gli altri biopic di riferimento, "Diana" porta lo spettatore a stretto contatto emozionale con i tormenti, le paure e le ansie di una donna condannata all'infelicità dallo stesso mondo dorato tramutatosi in comodo luogo di prigionia. Estromessa dal palazzo, illusa e tradita dal principe Carlo come moglie e come madre, accetta con passività tutte le imposizioni che le vengono dall'esterno aspettando un riscatto umano. Le nuove motivazioni arrivano grazie al suo sincero spirito umanitario e alla sua tenacia nell'aiutare gli altri. In un ospedale civile conosce Hasnat, chirurgo di origini pakistane, e le torna a battere il cuore. Tuttavia sarà un amore ostacolato e tormentato dall'invadenza dei tabloid e dalle forti ritrosie della famiglia del professionista, scrupolosi osservatori dell'Islam. L'innamoramento la rende fragile, ma i numerosi nemici che si profilano all'orizzonte annientano sul nascere qualsiasi prospettiva di riorganizzare un futuro normale. Diana soffrirà nuove pene e si abbandonerà ad una nuova esposizione mediatica che si rivelerà fatale. Poi il fugace flirt con Dodi Hal-Fayeed e il drammatico e misterioso incidente stradale a Parigi che riserverà al mondo fiumi di lacrime. In campo umanitario il suo costante impegno ha lasciato frutti incredibili. Passi avanti nella pace fra le nazioni e nell'assetto degli equilibri internazionali. Lady Diana Spencer resta, ad oggi, una delle donne più popolari ed amate del secolo scorso.
Nulla da eccepire sotto il profilo tecnico. La resa si poggia interamente sulla strabiliante capacità di Naomi Watts di riprodurre, somiglianze a parte, atteggiamenti significativi, pulsioni e reazioni di una donna fragile, rianimata ogni volta da un istinto combattivo. Pur non avvalendosi di un montaggio particolarmente originale ed innovativo (prevedibile la scansione tempo e luogo), il film offre qualche sequenza illuminante (il suggestivo red-carpet per la raccolta fondi in Australia, ripreso con la steady) è un film che non pecca mai di freddezza e non si limita ad una passiva riproduzione di fatti e circostanze. Certo l'esistenza infelice della principessa di Galles è raccontata, forse, nel suo biennio più intenso ed infuocato. E ci si sofferma, a volte, sul prezzo di una felicità apparente che cela puntualmene un tormentato conflitto interiore. Passaggio sottolineato dalla triste constatazione fatta da Lady D. (se attendibile o frutto di fantasia di scrittura poco importa) sul finire di un amore. "Sono amata da milioni di persone nel mondo. Ma nessuna è disposta a prendermi con se". Solitudine e rabbia, appunto. Ma quanta dolcezza, quanta fragilità umana e quanta carità veicolata da una nobiltà d'animo, moneta sonante per immolarsi, senza saperlo, in un sacrificio ad insaputa.
Uci Cinemas, Molfetta - 3 Ottobre 2013 |