Nella rinnovata e ritrovata battaglia fra immaginazione e realtà, Walter Mitty (Ben Stiller), il protagonista principale di questo film, che di mestiere fa l'archivista fotografico presso la rivista più importante d'America, il nemico che mette alle corde è sempre lo stesso ed è facilmente riconoscibile: la transizione. Accade infatti che per contenere i costi e per adeguarsi agli standard globali, una gloriosa testata cartacea debba essere rottamata per essere trasferita online, Si passa così come rullo sull'asfalto sulla pelle degli impiegati che hanno contribuito negli anni alla crescita dell'azienda e che presto finiranno sotto la mannaja degli squali. E' la legge di mercato, dove la crisi diventa un alibi per favorire i tagli e ripianificare nuove prospettive di crescita. Ma Walter Mitty, si sa, è un sognatore mite e discreto che ogni tanto sul più bello si incanta, favoleggiando nel suo mondo e non mostra segnali di reazione. Segretamente innamorato di una collega di lavoro, al quale non si dichiara per timidezza, ha un ultimo compito da portare a termine. Recuperare il negativo 25 che Sean O'Connell (Sean Penn), lo storico ed esperto fotografo della rivista sempre in giro per il mondo a collezionare scatti, gli ha inviato in un plico augurandogli buona sorte. Gli squali sono in agguato, il licenziamento incombe, ma per la copertina del'ultimo numero cartaceo quello scatto introvabile deve essere rintracciato a tutti i costi. Walter si mette allora in viaggio, da un capo all'altro del pianeta, sulle tracce del fotografo, cercando di ricollegare la provenienza dei negativi attraverso i pochi indizi a disposizione. Finirà prima in Groenlandia, poi in Islanda alle pendici di un vulcano attivo, infine in Afghanistan in cima all'Himalaya dove comincerà finalmente a ricucire i pezzi del suo incredibile viaggio.
Ufficialmente è il remake di "Sogni proibiti", un vecchio e godibile film diretto da Norman Z. McLeod nel 1947 (che vanta anche una trasposizione italiana), all'atto pratico è un film che attinge a quella fonte solo per alcune caratteristiche dell'omonimo personaggio. Nella versione diretta ed interpretata da Ben Stiller (al suo quinto film da regista), il signor Mitty diventa un ordinario ed inoffensivo cittadino vessato dai colletti bianchi e stritolato dall'attuale congiuntura, che risciacqua nell'immaginazione i desideri repressi e l'istintiva voglia di reagire. Quei pochi episodi vissuti con lo sguardo spalancato su un mondo dove accade ben altro e quel ben altro si chiama "normalità" gli consentono di fuggire all'occorrenza e di rifiatare. Per un beffardo gioco del destino si ritrova invece, con lo spettro del licenziamento alle porte, a dover vivere in prima persona un avventuroso viaggio in giro per il mondo per portare a termine il suo ultimo compito di impiegato. Il vero punto di forza del film è comunque nello script di Steven Conrad che lo colloca in un limbo ideale di garbo e piacevolezza grazie al quale il film riesce a mantenere una sua particolare vivacità e freschezza. Scenari veri e virtuali coloriscono per così dire un lungo percorso esotico, la giusta misura fra leggerezza ed avventura gli danno il giusto equilibrio di commedia adulta. L'ottima colonna sonora arricchisce la pregevolezza estetica, ogni cosa sempre essere collocata nella sua giusta dimensione. Stiller, nei panni di un travet nostalgico che mercanteggia negativi nel mondo delle foto digitali e degli allegati, si tiene adeguatamente a bada. E ci regala un lusso da batticuore: Shirley MacLaine in una piccola parte, un prezioso faretto dall'immenso voltaggio.
Uci Cinemas, Molfetta - 22 Dicembre 2013 |