L'onda travolgente della nuova (?) commedia italiana costringe gli sceneggiatori Davide Marengo e Francesco Piccolo (che si destreggia in alternativa fra Virzì, Soldini e Moretti) a calvalcare il remake di una commedia argentina di successo ("Un novio para mi mujer") di qualche anno fa. L'occasione dovrebbe fornire un rilancio appetibile per due collaudate coppie comiche (Luca e Paolo e, più defilati, Ale e Franz), piuttosto sprecate al cinema con risultati altalenanti. Ape regina, in questo divertente alveare dove si scherza con le corna e i sentimenti, è la simpaticissima Geppi Cucciari che nel momento clou si scatena in una goffa ma credibile scena di seduzione mentre in sottofondo Nada Malanima canta "Ma che freddo fa". Ambientata nella Milano livida della periferia e in quella romantica dei Navigli, praticamente espropriata dagli esercizi commerciali stranieri, la storia parla della crisi sentimentale che travolge Simone (Paolo Kessisoglu) e Camilla (Geppi Cucciari), dopo nozze apparentemente felici. Inghiottiti da insoddisfazioni lavorative e da incertezze i cuore, i due ormai stanno insieme per inerzia e si sopportano a malapena. Carlo (Dino Abbrescia), l'amico ben attrezzato con i cattivi esempi, propone allora di assoldare "Il falco" (Luca Bizzarri), un ex playboy in rovina, che di mestiere, con affabilità e metodi galanti, fa scoppiare le coppie sul precipizio. L'insopportabile Camilla comincia a schiudersi, le torna l'allegria, si infiamma e cade nella trappola del rubacuori professionista. Tutto questo mentre al povero Simone torna a battere il cuore, un po' per gelosia, un po' per paura di rimanere solo, e diventa sempre più difficile mettere un freno all'avviata operazione. Ma non è tutto...
Tanto umorismo, poca comicità per un filmetto tutto sommato godibile, confezionato con cura per una tranquilla serata in poltrona che riporta dietro la macchina da presa il napoletano Davide Marengo (classe 1972), a sette anni di distanza dall'esordio con "Notturno bus". In un "format" che pur essendo argentino, saccheggia spavaldamente dalla nostra commedia di tradizione (anche se è dura fare a meno di volti come Giannini, Mastroianni, la Vitti o la Melato), tutto resta abbastanza convenzionale e sotto controllo. Qualche colpo d'ala in più per una scatenata Geppi Cucciari in insolita versione "adorabile infedele" che scatena fulmini (radiofonici) contro i luoghi comuni del politicamente corretto. Da lei gestiti in totale monopolio, i momenti divertenti del film prevedono anche gli interventi di un Dino Abbrescia brizzolato che vende macchine vintage e si imbosca furtivamente in officina con la segretaria. Troppo poco o forse abbastanza per una commedia che ha l'unico svantaggio, appunto, di perdersi nel traffico recente.
Uci Cinemas, Molfetta - 1 Maggio 2014 |