Tre film in uno se vogliamo. Una struggente storia di una crisi matrimoniale, un altro film "sognato" che si tenta di girare, un film che alla fine si realizza ma in un solo giorno di riprese e, probabilmente, quello che ne racconta il suo tragico epilogo.
Molti hanno atteso l'ultimo momento per svelare trama e segreti (tenuti poi non tanto bene). Qui non staremo a dilungarci. A parte l'ottima prova degli attori tutti (e gli amici registi che hanno dato il loro contributo sono tanti, a voi il piacere di scoprirli qua e là), dirò solo che è un film dolente. Più cupo della crisi ideologica morettiana da inizio anni '90 di "Palombella rossa" e che merita due valutazioni ben distinte, una di ragione artistica e una politica.
Artisticamente è un atto d'amore nei confronti del mondo del cinema e dei problemi della coppia. Un canto d’amore verso un cinema pioneristico, artigianale con i suoi tempi lenti che è stato spazzato via che trova il suo apice con uno straziante omaggio visivo: quello della nave finta che attraversa la Cristoforo Colombo ricordandoci certo cinema di Fellini, davvero emozionante. A qualcuno però è sfuggita la metafora che questa nave bellissima ricostruita dai falegnami di Cinecittà rappresenta, perché va verso una spiaggia dove si gira meccanicamente una fredda fiction. In pratica la morte civile del cinema.
Ma a Moretti interessa poi raccontare una storia di separazione (per la Buy che già aveva recitato un personaggio simile nell’ultimo film di Faenza sono dei giorni dell'abbandono vissuti al contrario) dolorosa proprio perche' senza motivi logici e che è il fulcro principale di questa microstoria.
La feroce satira sul padrone e' un pretesto forse per riallacciarsi allo stesso discorso cinema per sorridere sulle attuali difficolta' per gli autori di girare pellicole su certi argomenti scottanti. "Il caimano" virtuale e' un film che non si potra' mai fare. Mancano i soldi, manca la gente intenzionata ad esporsi per un ruolo cosi' particolare, le case di produzione hanno paura e lo rifiutano (ed è per questo che Moretti i film se li autoproduce da un ventennio a questa parte).
Il film l'ho trovato bellissimo. Impegnato politicamente senza eccessi stonati, perche' alla fine le sferzate si contano sulle dita. Va visto senza pregiudizi perché commuove,
Diverte, fa riflettere. Basta isolarsi dal tam tam pubblicitario che lo sta lanciando e che involontariamente ne incrementa la diffidenza. Ma l’uscita in clima elettorale è puramente casuale. Almeno, così ci ha tenuto a sottolineare l’autore.
Cinema Opera, Barletta - Aprile 2006 |