Ha reinventato il linguaggio dell'action-movie, applicando uno stile personale che può essere messo a confronto soltanto con quello di William Friedkin, il cui inizio di carriera lo precede d'un decennio. E' il regista dove gli esterni notte e le sparatorie assumono suggestioni molto particolari, legandosi ad una magnificenza estetica che viene direttamente dalle atmosfere del noir classico. Parliamo ovviamente di Michael Mann, classe 1943, assente ingiustificato dal grande schermo per sei lunghissimi anni, dopo il curioso esperimento di "Public enemy". Mann torna dietro la macchina da presa per raccontarci in termini più realistici possibili la nuova piaga della criminalità informatica. Hacker (il "black hat" è il peggior esempio della categoria), cyber kamikaze, pirati da tastiera che si intrufolano con malware e virus nei sistemi operativi di multinazionali, centrali nucleari e indici finanziari. Sono dei veri e propri attentatori che minano quotidianamente la sicurezza di un mondo sempre più regolato da informazioni codificate. Quando l'impianto di raffreddamento di un reattore nucleare d'una centrale ad Hong Kong viene fermato proprio da un'incursione esterna nel firewall del sistema di protezione, con conseguente esplosione che causa morti e feriti, i federali giapponesi cominciano a valutare i possibili rischi di ulteriori attacchi. Gli inquirenti però necessitano, per studiare il nemico dall'interno, del prezioso contributo di un galeotto americano, Nicholas Hathaway (Chris Hemsworth), condannato a 15 anni di carcere federale per aver clonato carte di credito. Il pirata buono si mette subito a lavoro, dettando le sue condizioni, scoprendo una fitta rete di pericolosi trafficanti dislocati su tutto il globo terrestre che stanno portando a termine operazioni poco limpide. La pista porta prima a Chicago, per finire in Malesia dove un guardaspalle libanese che agisce al soldo d'uno speculatore di borsa tesse la rete del concitato e imprevedibile epilogo.
E’ un Michael Mann diverso quello di “Blackhat”, che mantiene tuttavia fede ai suoi canoni abituali: dalla livida e bellissima fotografia di Stuart Dryburgh al servizio del digitale, alla notevole colonna sonora progressiva che spazia da Ryan Amon e James Leg. La caccia all’uomo che pure era la base sostanziale di capolavori come “Manhunter” e “Heat”, venata appunto d’un esotismo che fa tanto Bond movie, pur rinunciando all’uso spettacolare dell’azione, mette a nudo l’esasperata lotta d’un manipolo di eroi contro un nemico fantasma e sfuggente. Come spesso accade nei suoi lavori, Michael Mann si orienta sui personaggi appunto, scavandone sfaccettature e debolezze, mettendo in luce inquietudine e disagio. E così questo Hathaway, mago della sofisticazione da tastiera, si porta le stesse pieghe dell'anima rassegnata di Frank, protagonista di "Thief" (1981), il disperato protagonista di un vecchio film di Mann, dove non riusciva proprio a chiamarsi fuori dal giro. In una meravigliosa sequenza in cui gli agenti federali partono in ricognizione, i due investigatori parlano delle loro questioni, come se nulla fosse, isolandosi dalla concentrazione richiesta dall’operazione di polizia, perchè nel frattempo è scoccata una scintilla emotiva. Il percorso di umanizzazione tipico del cinema Mann, con furfanti sulla via della redenzione, trova anche ragione d'essere in questo "Blackhat", che al cospetto dell'altissimo budget di realizzazione, rischia di passare per un'opera minore nella favolosa e versatile carriera del regista.
E non mancano numerose e spettacolari sequenze notturne (l’epilogo con le scene di massa in Malesia) che conferiscono un respiro speciale, tipico di un cinema che ha il culto per l'estetica e per il richiamo dei sensi, a questa spasmodica caccia all'uomo dove si incrociano metodologie investigative orientali ed occidentali. Chris Hemsworth, che viene direttamente dal cinema commerciale, si muove con disinvoltura in un contesto autoriale del cinema d'azione. dove spiccano anche Leehom Wang e Tang Wei già ammirati insieme nel bellissimo "Lussuria" di Ang Lee.
Uci Cinemas, Molfetta - 12 Marzo 2015
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