Un trasferimento di lavoro in un paese asiatico ai confini col Vietnam (che scopriremo poi rivelarsi sorprendentemente ospitale) si trasforma presto in un incubo terribile per una famiglia americana guidata da Owen Wilson, ingegnere idraulico, spaesato fuori dal suolo natio. A poche ore dall'arrivo e dopo un traumatico trasloco appesantito dal jet-lag, scoppia nella capitale un violentissimo colpo di stato che non tarda ad innescare una spietata guerra civile con una caccia allo straniero. Bande armate di ribelli sfilano causando feroci massacri. Il risoluto capofamiglia non esiterà a mantenere la calma e, all'occorrenza, a tirar fuori i suoi istinti bestiali pur di proteggere la moglie e le sue bambine. Sulla sua strada, in provvidenziale e saltuario soccorso, un esperto e navigato connazionale (Pierce Brosnan), anche lui non proprio in visita di piacere, che cercherà di indirizzarlo verso una difficile ma non impossibile salvezza.
Diretto dal giovane John Erick Dowdle ("Devil"), "No escape" si lascia presto alle spalle i pretesti ideologici e riflessivi alla "Missing" di Costa-Gravas per passare all'azione. Ritmo serratissimo, avvincente, emozioni miste a paura (squadroni della morte come gli zombies) in questa lotta all'ultimo secondo motivata da un istintivo e (a volte) bestiale istinto di conservazione che non stimola certo la voglia di viaggiare. Prevedibile come è ingiusto che sia, con una parabola sottile che fa leva sull'insicurezza degli americani in terre poco ospitali e sulla fondatezza di pericolose rappresaglie precauzionali (quante colpe hanno i servizi segreti quando ledono consapevolmente i diritti per provocare le guerre!) il film rimanda alla memoria quei mitici filmetti da drive-in anni '80 della Golan & Globus con il barbuto Chuck Norris guerrafondaio che infilzava nemici senza sosta. Stavolta però a perire sono degli innocenti turisti o lavoratori all'estero che, senza saperlo, finiscono sotto l'orribile mattanza del nemico orientale, che non spicca certo per simpatia. Se le idee latitano, si ricorre alla propaganda: laddove si individua la penuria di pallottole, ci pensa lo spirito di unità famigliare. La tensione, comunque è altissima, è il più convinto della banda sembra essere proprio un Pierce Brosnan guascone con barba incolta che spara come ai bei tempi del suo glorioso, ma breve, periodo Bond. Un Owen Wilson che sembra una discendente frastornato e incazzato del Robert Redford ne "I tre giorni del Condor" se la cava fra acrobazie e trovate da fumetto nei panni di un superpapà. Certo trent'anni fa uno come Schwarzenegger in un contesto del genere sarebbe stato nel suo habitat naturale. Ad ogni buon conto un film come questo tiene alto il livello di allerta con la sua sottile e a volte inespressa sottotraccia xenofoba.
UCI Cinemas, Molfetta - 14 Settembre 2015 |