Abituato da sempre a giocare con la paura al cinema, economizzando sulle risorse, e facendo a meno di accessori, M.Night Shyamalan offre una variante a basso costo dell'inquietante favola nera di "Hansel & Gretel". Con tiepidi risultati, a volte poco convincenti. Il guaio è che per restituire dignità al realismo vecchio stampo, tanto decantato, Shyamalan abusa con la macchina, anzi verrebbe da definirla telecamerina, a mano. Se ne ricavano immagini amatoriali, volutamente mosse, alla "Blair witch project", con esiti fastidiosi e disagevoli. Rebecca (Olivia De Jonge) e suo fratello Tyler (Ed Oxenbould) sono due adolescenti che la mamma, come nella favola di Cappuccetto rosso, manda a trovare i nonni, che non hanno mai conosciuto (dico io, ma almeno una fotografia...) in Pennsylvania, per godersi una meritata crociera in compagnia del suo nuovo compagno. L'atmosfera familiare è accogliente e divertente; i due vecchietti si rivelano presto premurosi e servizievoli. Ma la notte, chissà perchè, nella casetta di montagna si sentono strani rumori e avvengono episodi piuttosto inquietanti. Non ci mettono molto i due svegli nipotini a mangiare la foglia e a capire che qualcosa non quadra: Rebecca, sempre con la telecamerina digitale fra le mani, prova anche a documentare volta per volta quello che avviene in questa lunga settimana di paura, fino a quando in collegamento Skype la mamma capisce che i due presunti nonni sono degli impostori scappati da chissà quale ospedale psichiatrico, che intendono portare a termine un macabro disegno, mentre coi cadaveri in cantina hanno già fatto le prove. Si salvi chi può.
Abile nell'horror di suggestione, Shyamalan come al solito ricama sin dalle battute iniziali una suggestiva ambientazione dalle allettanti promesse. Il viaggio all'inferno dei due nipotini predestinati ad una sicura mattanza parte con i ritmi leggeri della commedia collegiale. Poi però le brutte situazioni vengono a galla, la paura si percepisce con discrezione nell'atteggiamento anomalo ed inquietante dei due anziani padroni di casa e il regista si affida necessariamente ai meccanismi classici: luci, rumori, inquadrature mosse. Piuttosto sottotono rispetto al buon cinema fatto in passato ("Il sesto senso", "The village"), Shyamalan urta contro lo spigolo della prevedibilità: e quando le suggestioni si accompagnano spesso alla risata involontaria o al disagio dell'inattendibile, il risultato è da centro classifica. Dispiace tuttavia per un cast piuttosto ispirato dove ben figurano i due giovani protagonisti che urlano a comando in un incubo che sembra non finire mai. Il basso costo si accompagna, in definitiva, al risultato modesto. "The visit" si perde insomma nell'inconsistente traffico del cinema industriale (e seriale) della paura. Presto o tardi, comunque, Shyamalan tornerà ad occuparsi di prodotti realizzati senza economia di risorse e di rendimento.
Uci Cinemas, Molfetta - 28 Novembre 2015 |