Titolo che si presta ad una doppia interpretazione: il “21” in gergo è il punto vincente del “Blackjack”, il più popolare e vulnerabile dei giochi d'azzardo (il conteggio delle carte, oltretutto legale, è il punto debole del banco) ma è anche l'età critica in cui nella vita si è obbligati a fare scelte importanti. E' il passaggio ideale dalla spensieratezza dell'adolescenza alle responsabilità della maturità, un traguardo che comunque è destinato a slittare progressivamente per colpa di nuove generazioni illuse spesso da valori effimeri, dal sopravvento dell'autodistruzione, dal disarmo della noia. Fra l'uso di droghe e le brutte notizie provenienti da momenti di aggregazione sfruttati male, si corre il rischio infatti di bruciare le tappe mandando in gloria la giovinezza che non ritorna. In America più che un rischio potenziale, questo drammatico fenomeno è avvalorato da inquietanti dati statistici.
La matricola universitaria Ben Campbell (J.Sturgess) tuttavia è di belle speranze e ha un quoziente intellettivo fuori dalla norma, quindi in teoria ha le idee chiare su come spendere bene la sua giovinezza. Il suo problema è rappresentato dall'impossibilità di sostenere i costi dei suoi studi in una delle più prestigiose facoltà americane; il rischio vero è che nonostante la sua genialità, i problemi finanziari prendano il sopravvento. Giunge pertanto come un'occasione propizia la proposta indecente e segreta fattagli dal suo professore di matematica Micky Rosa, interpretato da un luciferino Kevin Spacey. Il docente ha infatti sperimentato un metodo infallibile per sbancare i casinò di Las Vegas mettendo su una squadra d'assalto di giocatori-esploratori e giocatori-puntatori in grado di conseguire colpi vincenti ai tavoli di Blackjack con una meticolosa organizzazione. Viste le sue straordinarie ed infallibili doti matematiche, Ben sarà la punta di diamante della squadra e, dollari alla mano, potrà alzare ogni fine settimana cifre esorbitanti sui tavoli dal gioco.
La pacchia parte alla grande, ma ciò che entusiasma il giovane Ben è indubbiamente il contorno: le mille luci della città dei sogni illuminano le infuocate notti di bagordi, festini e capriole in camera da letto. Un mondo ben diverso da quello condiviso con i compagni sfigati nella cameretta buia e squallida del college, da cui Ben presto si defila. Oltretutto l'intraprendente ragazzo capitola per la bellissima compagna di giochi e di lavoro Jill (Kate Bosworth) che alterna indifferenza con spruzzate di fuoco intorno alla miccia del cuore.
Ben precipita dal paradiso all'inferno, per colpa di una serie di circostanze impreviste: sfugge alla matematicità della disciplina, cedendo all'istinto sbagliato del giocatore impulsivo, cade nella rete degli addetti alla sorveglianza che intuiscono la sua arma vincente, viene declassato e punito dal suo mentore. Tuttavia avrà modo, dopo il crollo dei suoi sogni, di riprendersi la sua fetta di gloria...
“21” è un film sul gioco d'azzardo, sulla materialità dell'esistenza, sullo svuotamento dei valori e sull'unico traguardo possibile rappresentato dal guadagno facile col minimo sforzo.
Il giovane regista si origini australiane Luketic gioca bene le sue carte portando a termine un onesto e funzionale lavoro in cui i toni leggeri della commedia si mescolano bene con i tormenti interiori, i disagi e gli imprevisti di un'età in cui le contraddizioni spesso prevalgono sulla naturalezza. Il divertimento è comunque garantito.
Il team di giovani attori è affiatato quanto basta per conferire fascino e spettacolarità alle numerose sequenze che si animano all'interno delle multicolarate sale da gioco. Il film scorre in fretta, non presenta lungaggini, c'è tutto lo spazio necessario per una dettagliata analisi ad ampio raggio sull'attuale disagio giovanile. E, valore aggiunto, il tutto non è affatto opera di fantasia ma trae spunto dall'autentica e documentata esperienza di un gruppo di giovani studenti di matematica del Massachusets che alla fine degli anni '90 polverizzarono gli introiti di alcuni casinò di Las Vegas, guidati da un brillante docente universitario. I fatti sono stati brillantemente riportati dallo scrittore Ben Mezrich nel romanzo “Blackjack club” (Mondadori), al quale il film in questione più o meno fedelmente ha voluto ispirarsi.
UCI Cinemas, Molfetta - Aprile 2008 (Barisera) |