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21.04.2012

13° FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE - I PREMI E LE MOTIVAZIONI

Si è conclusa a Lecce la tredicesima edizione, quest'anno particolarmente ricca e significativa, del festival del cinema europeo. Fra gli ospiti internazionali: Terry Gilliam (che ha presentato il corto "Wholly family") e Emir Kusturica (testimone di un bellissimo libro fotografico sul suo cinema, celebrato con una retrospettiva) hanno registrato una calorosa accoglienza di stampa e pubblico. Quest'anno il programma del festival prevedeva anche tributi a Ken Russell e Sergio Castellitto, al quale è stato dedicato il libro curato da Enrico Magrelli "Sergio Castellitto, senza arte ne parte" (ediz.Rubettino).

31.07.2011 - 18.08.2011

Sinfonie di Cinema 2011 – LA COMMEDIA NEL CINEMA ITALIANO

Anche quest’anno torna a Montefiore dell’Aso (AP) la magica atmosfera del festival “Sinfonie di cinema”.

VERSO IL SUD

Regia: Laurent Cantet

Interpreti: Charlotte Rampling, Karen Young, Louise Portal

Durata: 106'

Nazionalità: Francia 2005

Genere: drammatico

Stagione: 2005-2006

 

Turismo sessuale, emblema del divario fra classi sociali. E che fissa quindi l'appuntamento ideale, tristemente implacabile, fra solitudini. In fondo il corpo è l'unica merce che un povero può vendere e un ricco può comprare. E' doveroso ammettere che fino ad ora pochi cineasti si erano preoccupati di affrontare questo argomento. In questa circostanza ci si sofferma sull'aspetto sentimentale della questione, evitando intelligentemente il taglio documentaristico o accusatorio del reportage-denuncia. Ci ha pensato Laurent Cantet, registra francese di belle speranze con predisposizione al dramma sociale (suo il bellissimo "A tempo pieno" dedicato ai problemi della disoccupazione). "Verso il sud", in concorso all'ultima mostra cinematografica di Venezia (finito sciaguratamente nei saldi di fine stagione con un pubblico che ha ben altro da fare davanti ai maxischermi casalinghi), affronta questa questione adattandola ad un preciso scenario sociopolitico.

Siamo ad Haiti verso la fine degli anni ‘70. L’isola è sconvolta dalla dittatura di “Baby Doc” Duvalier che ha spaccato in due il paese impoverendo quasi tutti gli haitiani. I giovani sono a spasso però quelli baciati da madre natura si improvvisano gigolò per intrattenere le annoiate cinquantenni americane in cerca di un paradiso che si possa pagare in contanti. Legba (Menothy Cèsar) è uno di questi; un ragazzo dolcissimo che deve rinunciare ad una vita regolare che pure non gli dispiacerebbe, per sottostare ai capricci delle villeggianti del resort dell’isola. Le conosciamo presto, divorate dalla solitudine e dal loro mondo che le costringe a non sopportare il passare del tempo: Brenda, Ellen e Sue. Trascorrere le vacanze nelle camere d’albergo di Haiti è ormai un’abitudine cui non possono proprio rinunciare. In fondo solo qui riescono a dimenticare il grigiore della patria d‘origine. Fra giornate in spiaggia e nottate nelle balere dove imperversa dal vivo la musica caraibica, le tre grazie in menopausa si alternano nelle loro pratiche lussuriose. Ma l’amore, aspetto invadente e imprevedibile, fa capolino anche in questa triste realtà di cuori in affitto. Legba nasconde un segreto e non potrà sfuggire al suo tragico destino…

Dramma a tinte forti con più di una preoccupazione politica, “Verso il sud” non conosce mezze misure: o conquista o lascia indifferenti. A farne le spese è sopratutto la linearità. Ad una prima parte affascinante e suggestiva filtrata attraverso la bellissima trovata registica che costringe i singoli protagonisti a confidarsi con lo spettatore ne segue un’altra più lenta e discontinua. E al di là della onesta denuncia di una piaga che pur pescata in questo caso a ritroso contraddistingue ancor‘oggi una parte sporca del turismo, il film vuole soprattutto essere una denuncia dei conflitti sociali, dell’impossibilità di sfuggire per alcuni sfortunati ad una schiavitù che è mentale prima ancora d’essere economica.

In fondo il film si rivolge con cinismo al colonialismo imperante che ha accentuato per l’appunto questa ingiusta distribuzione di risorse; esemplare a tal proposito il personaggio sopra le righe del rassegnato direttore d’albergo che assiste, inerme, allo sfacelo del suo paese. “Prima i bianchi ci hanno umiliato a colpi di cannone, ora hanno un’arma molto più distruttiva che è quella del dollaro”, dirà riferendosi all‘odio della sua gente per la razza bianca. La pochezza interiore dei nuovi padroni si misura con il loro potere d‘acquisto. Il film, meritevole d’attenzione, sfugge con encomiabile approvazione di tutti alla trappola sentimentalistica. Non vuol essere una storia d’amore, non vuole inumidire alcun fazzoletto. Anzi appare meritevolmente disincantato e raggelante come una pugnalata in pieno petto.

Dietro tanto splendore artistico (straordinarie Charlotte Rampling e Karen Young) si celano tre racconti di Dany Laferrière, giornalista perseguitato di Radio Haiti, l’unica emittente locale che si schierò coraggiosamente contro la dittatura imperante, con conseguenti bagni di sangue fino alla fine degli anni Ottanta. 

Cinema Odeon, Bari - Giugno 2006 (Barisera)

Voto:     3 / 5
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