Viaggio tormentato, più che segreto, attraverso i sentieri impervi della memoria e dei conti aperti con il proprio passato. Sarà una coincidenza insolita, ed è superfluo sottolinearla, ma in qualche modo il tema centrale di “Viaggio segreto” si riallaccia all’ultimo bellissimo film di Sergio Rubini (“La terra”) con il quale è inconsapevolmente in debito. Il nesso della vicenda è ancora una volta l’abbandono dei luoghi dell’infanzia in seguito ad una tragedia familiare; Leo (Alessio Boni), psicanalista quarantenne in crisi, ha abbandonato la sua città natale in Sicilia e lavora con scarso entusiasmo nel “continente”. E’ cambiato profondamente e convive con un malessere indicibile; unico sfogo della sua tormentata solitudine sembra essere l’affetto protettivo nei confronti della sorella minore Ale (Valeria Solarino) legata sentimentalmente con un artista serbo (Emir Kusturica), che si esprime nell’arte trafugando la memoria degli altri. Una fotografia finita nelle sue mani, rispolverata tra le scartoffie di una vecchia villa nel siracusano, che ritrae Leo ad Ale felici in spiaggia durante una memorabile giornata al mare, innesca il meccanismo del ricordo. Senza saperlo l’artista muove le acque stagnanti della memoria e ridesta l’interesse verso questo luogo oscuro rimosso dalla mente dei due fratelli. La notizia della vendita della casa siciliana costringe il povero Leo a tornare nella sua terra di origine per ricomporre i tasselli del passato e rivisitare il suo ultimo focolare e forse per chiudere una volta per sempre i conti in sospeso con la coscienza. La villa trent’anni prima fu teatro di un tragico delitto: la madre dei due ragazzi (Claudia Gerini), legata morbosamente al marito da una passione ossessiva e smisurata, morì accidentalmente. Il capofamiglia, un giudice stimato, pagò il suo debito con la giustizia. Ma l’episodio nasconde dinamiche oscure ed angoscianti che turbano ancor’oggi la maturità di Leo ed Ale. Cosa accade veramente quella notte?
Roberto Andò, regista palermitano (classe 1959) con l’attitudine al dramma psicologico ed intimista (sulla stessa strada il suo precedente “Sotto falso nome“), pesca addirittura nel prestigioso paniere letterario dell’autrice irlandese Josephine Hart che ha all’attivo una sola ma meravigliosa trasposizione cinematografica precedente (“Il danno” di Louis Malle).
I risultati non sono né esaltanti, né spiacevoli; “Viaggio segreto” è un compitino laccato, portato a termine con cura amorevole dal suo autore, che ripropone conflitti interiori e tragedie domestiche ricorrendo al metodo tradizionale del flashback insistente. A suo modo Andò restituisce il fascino perduto di un certo cinema d’autore italiano che oggi si fa con minore assiduità, sperando di raccogliere qualche illustre eredità stilistica o magari inaugurando una nuova cifra personale. Non sempre ci riesce, però. L’impostazione del dramma risente di una ricercata ma fredda teatralità, manifestandosi con una recitazione viziata da forzature accademiche (Alessio Boni stavolta esagera fino a sembrare poco credibile) che trova intuizioni felici grazie alla pastosa e straordinaria fotografia di Maurizio Calvesi. Andò gira bene, anzi benissimo, ma il prodotto si ritrova ad essere bello senz’anima, freddo ed asettico; un grande pranzo con porzioni piccole, per azzardare un paragone volgare. Fra i ruoli di contorno si ritrova con piacere un magnifico e legnoso Roberto Herlitzka, fra le sorprese scopriamo la giovane Valeria Solarino (“La febbre”) e il regista serbo Emir Kusturica alle prese con una intensa, breve ma convincente prova d‘attore. Ma nulla di più da segnalare.
Cinema Politeama Italia, Bisceglie - Novembre 2006 (Barisera) |