Un’autentica corrida si consumerà questo fine anno per colpa della sfida all’ultimo sangue nell’arena dei film delle feste. E’ già derby cinematografico, i protagonisti si scorneranno a colpi di biglietti strappati e quindi tira una brutta aria. Come hanno tenuto a precisare già dal Natale scorso nella conferenza stampa del loro ultimo film Boldi e De Sica erano destinati ad un’inesorabile separazione professionale, quasi certamente non del tutto consensuale. Pare che all’origine della rottura ci siano tanti colpi bassi, apprezzamenti velenosi da parte delle rispettive famiglie che hanno interrotto il fortunato sodalizio. La coppia che scoppia, un classico, ma prima o poi doveva accadere. E non è una regola fissa perché ci risulta che ce ne siano altre che in 35 anni di attività non hanno mai avuto uno screzio. Ed invece eccoci qui davanti a questa triste verità.
Per la prima volta nella storia dopo un ventennio di film passati a brindare insieme Christian e Massimo hanno scelto strade diverse. “Era ora!”, qualcuno ha pensato, “probabilmente avranno messo la testa a posto e torneranno a fare gli attori”. C'eravamo soltanto illusi; il risultato evidente è che i loro film stavolta escono in contemporanea nazionale e si daranno battaglia per il periodo in cui i soldi vinti a tombola vengono investiti al botteghino. Probabilmente saranno fatti della stessa pasta perché quando al posto degli ingredienti ci sono dei surrogati il risultato non porta da nessuna parte.
“Olè”, dunque. E cosa si può o si deve dire? Fare come al solito? Stroncare, accanirsi, infierire perché non se ne può più di tanti metri di pellicola sprecata a far niente? Ripetersi nella parte dei critici benpensanti che pretendono il cinema d’autore e vorrebbero gettare al rogo quello disimpegnato? Non è questo il caso perché chi ha visto “Olè” lo ha fatto con un serbatoio di commedia all’italiana sulle spalle, spesso non tutta di nobile provenienza. Non ci sono preconcetti, però ci si attende un minimo di considerazione per chi dedica il suo tempo in una sala a luci spente.
Spiace davvero che il signor Carlo Vanzina, che ha l’unico torto di non fare un film natalizio decente dal 1992 (“Sognando la California”, ricordate?), abbia trascinato un buon attore di teatro come Vincenzo Salemme in questa squallida operazione commerciale. “Olè” è indifendibile come prodotto cinematografico, oltraggioso nella sua confezione di viaggio virtuale da cartolina (Madrid, Siviglia, Ibiza, Venezia, San Francisco), furbetto nella conclamata cattiva abitudine del product-placement (rilanciata da De Laurentiis) che fa la gioia di quattro o cinque multinazionali reclamizzate per l’occasione con una sfacciataggine a dir poco imbarazzante.
Il pretesto è quello di inanellare, senza alcun rispetto per una continuità o verosimiglianza di trama, storielle senza capo né coda. Due professori di un istituto superiore, il milanese Formigoni (Boldi) e il napoletano Rondinella (Salemme) rivali sul lavoro e nella vita si ritrovano in gita scolastica in Spagna. Il bello è che la scolaresca si dissolve nel nulla per far posto agli altri attori sul libro paga (fra cui innesti internazionali per facilitare la vendita all'estero): la dolce e svampita professoressa americana Daryl Hannah, la vulcanica regina del gossip Natalia Estrada e il burino Enzo Salvi in trasferta verso una settimana di passione con una compagna sfrenata (è un appiccico a soggetto, se po fà, se po fà).
Affinchè le "gemme" della storia riescano ad incastonarsi senza che qualcuno possa fiatare ecco il miracolo: tutto è risolto frettolosamente con la casualità degli eventi. Svanisce l’effetto sorpresa: ci manca solo che Mike Bongiorno sbuchi da un divano urlando “Allegria”, nessuno avrebbe il coraggio di obiettare. Il vero problema però, ma molto molto serio, è che il film non fa ridere e raggelerà la pazienza dei meno esigenti. E i mali oscuri, quelli più atroci, sono solo due: in primis che dei parlamentari in cerca di visibilità abbiano avuto da ridire sul “pessimo ritratto” fatto a danno del corpo insegnante italiano (!), il che ci lascia immaginare che il film non lo abbiano nemmeno visto. In secundis le dichiarazioni strombazzate da Boldi sulla depurazione (finalmente!) di un prodotto per tutta la famiglia. Le frasi da trivio e le toccatine di Enzo Salvi (idolo si, ma solo dei cittadini della capitale) però danno per scontato che queste famiglie siano apertissime, anzi spalancate.
Cinema Elia, Corato - Dicembre 2006 (Barisera) |