Cinepanettone o cinecocomero. Il grande, invalicabile limite qualitativo sta stretto nella morsa di queste definizioni che vanno subito al dunque e non lasciano scampo. Trattasi infatti di puro cinema commerciale, studiato a tavolino su misura dando per scontato che ci sia un pubblico che frequenti le sale almeno due volte l’anno: a Natale e ad inizio estate, appunto. E allora la critica a che serve? Non ha ragione d’essere, perché il livello filmico non la esige, non ne sente affatto il bisogno. E quando la valutazione sfocia puntualmente in lamentela, si rischia di cadere nel personale. Ed è un peccato perchè i figli di Steno nella vita sono due persone molto gradevoli.
La grande illusione di una stagione cinematografica allungata e senza meste chiusure estive si concretizza appunto con l’ultima fatica del buon Carlo Vanzina, uscita coraggiosamente in un periodo in cui per un normalissimo cambio di abitudini le sale tendono irrimediabilmente a svuotarsi, nonostante l'espediente della climatizzazione confortevole.
Stavolta l’omaggio-plagio tocca a quei film ad episodi con i quali negli anni ’60 i produttori d'assalto, tenendo sotto contratto attori di ben altro calibro, si divertivano con poche pose e poca fatica ad accontentare le poche esigenze degli italiani al cinema. In mano ai Vanzina Bros. il rischio che si corre è quello della pistola carica col colpo in canna lasciata incautamente in mano ad un bambino…
Ecco il primo segmento con un triste Lino Banfi che torna nel suo paesino pugliese come il conte di Montecristo in cerca di un apparente riscatto, dopo aver abbandonato i suoi concittadini per aver provato sulla sua pelle lo scotto dell’adulterio. In linea con la rivalutazione attoriale del Banfi televisivo si apre una dolente pagina sugli italiani emigrati all'estero per lavoro. Ma i Manfredi e Brusati di "Pane e cioccolata" sono lontani anni luce, qui restano solo le curve scarne della americana Silvestedt... Si passa poi a Forte dei Marmi dove il tifoso della Fiorentina Massimo Ceccherini tenta di placcare in spiaggia il futuro acquisto della sua squadra, ricavandone incolpevolmente una sveltina con la di lui consorte e compromettendo definitivamente il provvidenziale trasferimento in squadra del portierone. Si continua con un frammento di "ispirazione comenciniana" (mamma mia, che offesa!) con Nancy Brilli ed Enrico Brignano, amanti galeotti fermati fatalmente il giorno di ferragosto all'interno di un ascensore bloccato in un condominio svuotato dove daranno libero sfogo alla loro rabbia repressa. A Capri invece Biagio Izzo fa un antiquario chic finto gay che deve tenere a bada la bellissima moglie di un americano venuto sull'Isola per arredare casa. Situazione degli equivoci, molto datata ed imbarazzante con battutacce da caserma. Si passa poi all'autentico oltraggio in un episodio che è il remake povero de "Il giovedì" di Dino Risi (1963), con un grande Walter Chiari. Peccato che ad intepretare questa storia dolcissima di un padre separato che ha a disposizione un solo giorno della settimana da condividere con il figlio ci sia Enzo Salvi, con la suoneria del cellulare che emette rutti e scorreggie. Ad Ezio Greggio tocca commemorare Franciolini: lo ritroviamo infatti nei panni cattivissimi di un mantenuto alle prese con una compagna grassona ma ricchissima, mentre non riesce ad avere pace con la giovane amante Anna Falchi. Si vira sulla comicità lassativa: c'è spazio evidentemente per un brevissimo omaggio a Nando Cicero. Comica finale, in realtà sproporzionata rispetto agli strandard precedenti, interpretata da un grande Luigi Proietti (che fa anche da collante, in una sala doppiaggio, come narratore dei vari episodi accanto a Michele Gammino) che rispolvera un vecchio e infallibile testo scenico di Dino Verde (che spreco), suo cavallo di battaglia in teatro. Vale il prezzo del biglietto e in quanto tale basterebbe entrare dopo un'ora e venti dall'inizio del film per goderselo. Delle quattro risate (facciamo tre) rimaste Proietti resta in pratica, da buon e valido mattatore, l'unico vero artefice. Una montagna fra bassissimi scogli. L'estate, in definitiva, è meglio passarla al mare sul serio.
UCI Cinemas, Molfetta - Giugno 2008 |