Incipit da antologia. Canyon deserto alle prime luci dell'alba. Scenario arido, che rimanda ai cartoon di Beep Beep e Willy Coyote. Campo lunghissimo, da paura. In lontananza gli inquietanti colpi di clacson preannunciano la folle corsa di una macchina, come un treno che arriva, sollevando la polvere. Come sulle strade insanguinate di "Hitcher", che arriveranno dieci anni dopo, il nemico oscuro è rappresentato da un telaio nero come la pece che massacra pedoni e ciclisti sull'asfalto a tutto gas, strombazzando un clacson agghiacciante. Inizia la lunga lotta fra un manipolo di rangers (decimato inizialmente dalla macchina nera a dire il vero) e questo nemico sfuggente che viene dagli incubi di "Duel" di Spielberg e, perchè no, dalle acque malsane de "Lo squalo".
All'epoca il film faceva paura. E certe metafore, appena abbozzate dal regista di "Un uomo chiamato cavallo" e "Cat Ballou" (poco prolifico, tra l'altro), vennero interpretate come oscuri presagi di un America che non era più in pace con se stessa. Rivisto oggi il film presenta dei limiti notevoli, ma ha il fascino bonario dell'innocenza. Con pochissimi mezzi e tanta invenzione si riusciva quanto meno a provocare qualche sbalzo sulla poltrona. E certi riferimenti satanici derivano dall'"Esorcista". Fatto sta che "The car" era un cocktail esplosivo in cui ci avevano messo di tutto.
Memorabile la sequenza della macchina che accende i fari in corsa e aggredisce una povera donna all'interno di una villetta, con il micidiale espediente del campo lungo. Sebbene paradossale e assurda, era tuttavia girata benissimo e sortiva l'effetto previsto. Oggi sono cambiate le paure ma è ancora viva la piaga dei pirati della strada. Che purtroppo non vengono da mondi lontanissimi ma hanno delle generalità.
DVD - Luglio 2008 |